Newsletter Gennaio

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Ilaria Spada - Dietista

La cultura della dieta nei bambini

Siamo abituati a parlare di cibo, peso e corpo ma che cosa recepiscono i bambini? La nostra società è permeata dalla cosiddetta diet culture, la cultura della dieta. Tutti parlano di come i corpi e l’alimentazione dovrebbero essere, basta andare dal parrucchiere, al supermercato, in treno e primo poi qualcuno ne parla: nell’ideale che la società ci impone per essere felici bisognerebbe avere un corpo magro e tonico per le donne, muscoloso per gli uomini e mangiare poco e pulito, insalata e petto di pollo, al massimo riso bollito ma di certo non a cena. Siamo veramente sicuri che sia così?

Parlare a vostro figlio di cibi buoni e cibi cattivi, proibire merendine, obbligare a mangiare verdure, parlare dei vostri difetti fisici o, peggio, scherzare sulle sue imperfezioni “Che bella pancetta ti è venuta” potrebbe essere un atteggiamento pericoloso!

Ci sono studi che hanno dimostrato come l’atteggiamento della famiglia e dei pari possa influenzare il comportamento alimentare, la soddisfazione per il peso e la forma del corpo in bambini e adolescenti. Ovviamente può essere un’influenza sia positiva che negativa, perciò, attenzione a quello che dite e a come lo dite, i vostri figli sono come delle spugne: se voi amate il vostro corpo e avete un rapporto sereno con l’alimentazione lo impareranno anche loro, in caso contrario lavorateci… gli farete un regalo!

Andrea Baretta - Fisioterapista

Mal di schiena: esercizi e consigli

Il fisioterapista di Play4Fun affronta un male che affligge circa l’80/90% della popolazione: il mal di schiena. Dopo aver ascoltato tantissime storie, ci racconta come alleviare il dolore con alcuni esercizi e sfaterà alcuni falsi miti.

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Cinzia Colombo - psicologa

Sport e Motivazione

Con il termine motivazione si intende la spinta ad agire, a mettere in atto comportamenti orientati ad uno scopo. Esistono due tipi di motivazione: intrinseca ed estrinseca. La motivazione intrinseca è legata ad aspetti soggettivi e personali quali il piacere, la gratificazione, il desiderio di mettersi in gioco e migliorarsi; quella estrinseca, invece, riguarda fattori esterni alla persona quali la possibilità di ricevere premi, ricompense, trofei. Perché è utile parlare di sport e motivazione nei bambini? 
La motivazione influisce su diversi aspetti legati alla pratica sportiva: la scelta dello sport, la capacità di reagire di fronte ai fallimenti, l’investimento in termini di impegno nel raggiungimento degli obiettivi prefissi. E’ un concetto trasversale a tutte le fasce d’età, pur presentando caratteristiche diverse per ognuna di esse. Per quanto riguarda i bambini (5-10 anni), le motivazioni per cui praticano sport sono perlopiù di tipo intrinseco: la ricerca del divertimento, la partecipazione ad un gruppo e conoscenza di altri bambini, la messa alla prova delle abilità acquisite, la sperimentazione dell’ambiente. A questa età fattori come il senso del dovere e il confronto con i coetanei non sono ancora rilevanti, ciò che motiva i bambini è semplicemente giocare, entusiasmarsi, sfogare le proprie energie attraverso il
movimento.
In una fase di sviluppo successiva, quando la componente legata al confronto con i pari assume maggior rilievo, compare l’agonismo. I ragazzi infatti traggono piacere dalla competizione, dalla sfida con l’avversario e hanno il desiderio di mettere alla prova le proprie competenze cimentandosi in compiti sempre più difficili.
Con questi presupposti la motivazione tende a modificarsi ed entrano in campo fattori di tipo estrinseco come il successo, la vittoria, la conquista di una posizione di rilievo all’interno del gruppo squadra, l’ammirazione e i complimenti di coetanei e adulti. Tutti questi elementi sono sicuramente necessari nel percorso di crescita sportiva di un giovane atleta ma è importante che essi non vadano a sostituirsi ai fattori motivazioni di tipo personale, bensì ad integrarli. Se si pone un focus eccessivo su aspetti esterni trascurando quelli interni, infatti, si può favorire un calo del desiderio nella pratica sportiva ed una difficoltà nell’elaborazione di frustrazioni e sconfitte.
E’ bene ricordare che, per bambini e ragazzi, la pratica di uno sport rappresenta soprattutto un gioco che consente loro di divertirsi, svagarsi e scaricare tensioni e stress al fine di ritrovare il benessere fisico e mentale.